Assietta 2020

Dopo la breve ma intensa vacanza dell’anno precedente sul Gran Sasso, nel 2020 abbiamo deciso di porci come meta principale le Alpi Cozie in Piemonte, dove tra la Val di Susa e Val Chisone si estende l’ormai ex strada militare dell’Assietta. Poco conosciuta al grande pubblico, la strada è completamente sterrata, percorre all’incirca 30 km sorpassando in successione diversi valichi montani, tutti al di sopra dei 2.000 m di quota e offre un percorso particolarmente pregevole per i panorami su entrambe le valli.

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Ed è così che il 22 agosto partiamo in direzione nord!

La novità più bella non poteva essere nient’altro che l’allargamento della famiglia delle pande con l’innesto della “nonna” 750 fire a carburatore e del suo proprietario nonché nostro amico Andrea!

Partiti a metà mattinata, come sempre in leggero ritardo sulla tabella di marcia, proseguiamo il viaggio senza intoppi fino a che, poco dopo Torino, tutto ad un tratto, sulla Panda verde Riccardo e Filippo iniziano a notare una strana patina sul parabrezza, risultata poi essere olio derivante dalla Nonna di Andrea e Mike! Fermati subito al primo distributore, compriamo qualche chilo d’olio e dopo una prima verifica che ha scongiurato gravi danni, rimandiamo a data da destinarsi il controllo della perdita, che non era poi così tanto copiosa. La fiducia nella Nonna è stata massima e anche se perdeva un po d’olio, bastava un riabbocchino ogni tanto! Giungiamo intorno alle 20 alla nostra prima destinazione prefissata, ovvero un B&B nella borgata di Adrit, nella Val di Susa. Dopo aver consumato una piacevole cena al ristorante locale con gustosi piatti tipici, scattato qualche fotografia al cielo stellato e qualche chiacchera notturna decidiamo di riposarci in vista dei giorni seguenti.

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La mattina seguente, dopo una bella colazione, partiamo in direzione Colle delle finestre, la nostra tappa del giorno, non prima però di essersi fermati in un discount per qualche approvvigionamento in vista delle due notti che dovevamo passare in tenda. Dopo un pranzo consumato in mezzo ad un bellissimo bosco iniziamo la vera e propria salita su per la magnifica strada, sterrata ma facilmente percorribile per le nostre pandine, che a ogni tornante ci regalava sempre nuovi stupendi scorci e delle fotografie mozzafiato.

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Dopo circa una ventina di chilometri percorsi in un’ora abbondante data la bassa velocità sostenuta e le varie fermate fotografiche, giungiamo al Forte del Colle delle Finestre, un vecchio e maestoso forte militare costruito proprio dentro la roccia alla fine del 1800 e che padroneggia sulla val di Susa. Parcheggiamo le macchine e dopo un primo sguardo da fuori e da sopra il forte, troviamo un accesso per l’interno, a prima vista un po pericoloso, ma che non ha fatto paura a mike e filippo che letteralmente inghiottiti nel buio dell’anfratto sbucano di nuovo fuori dopo circa 10 minuti invitando anche riccardo e andrea. Entriamo così tutti all’interno da questa che sembrava essere un enorme buca nel terreno con una piccola porticina: si è rivelata, andando poi a leggere successivamente, essere l’alloggiamento di uno dei due cannoni. Una volta dentro ci siamo ritrovati in un corridoio alto appena 2 metri, in discesa e pieno di detriti rocciosi, completamente buio e a tratti scivoloso. Procedendo con cautela e con le nostre torce siamo avanzati per qualche decina di metri, arrivati a un bivio siamo stati costretti ad andare a sinistra perché il lato destro era crollato e proseguendo ancora avanti abbiamo iniziato a vedere luce in lontananza. Siamo così sbucati nell’area principale dell’edificio costituita da varie stanze, che ognuna con le sue finestre ci offrivano un nuovo punto di vista sulla valle sottostante. Abbiamo così esplorato quasi tutto l’intero edificio, incantati e stupiti dalla maestria con cui i nostri connazionali a fine 800 siano riusciti a costruire un opera cosi meravigliosa incastonata nella roccia.

Finita la visita autoguidata e usciti dall’interno del forte dovevamo decidere dove passare la notte e dopo un’attenta valutazione del terreno circostante abbiamo optato per rimanere proprio li, quasi dietro di esso cosi saremmo stati riparati un poco dal vento.

Il paio d’ore seguenti le abbiamo passate a sistemarci per la notte, prendendoci tutto il tempo necessario per fare le cose con calma e per gustarci, poco prima che facesse buio, una deliziosa e calda ciotola di fagioli alla western, specialità culinaria di mike che ci ha deliziato il palato! Con l’arrivo delle stelle abbiamo tirato fuori la nostra attrezzatura fotografica immortalando così le nostre tende sotto un meraviglioso cielo stellato.

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La mattina seguente ci siamo svegliati appena sotto le nuvole, potevamo quasi toccarle con le dita! Abbiamo smontato e riportato tutto alle macchine, ci siamo bevuti un caffe e poco prima della ripartenza abbiamo fatto conoscenza con un pastore locale che era arrivato lì per controllare le sue mucche con i suoi inseparabili e stupendi cani pastore, che guidava a suon di fischi e incomprensibili parole in dialetto.

Rimontati in macchina scendiamo il colle dalla parte opposta, lasciandoci alle spalle il forte e puntando alla strada dell’assietta. Percorsi pochi chilometri troviamo un rifugio che offriva delle gustosissime polente condite in vari modi e noi come di consueto non ce le siamo fatte mancare! Saziati da un bel piatto di polenta a metà mattinata ripartiamo e all’incirca intorno alle 13 imbocchiamo l’assietta.

La strada si presentava sterrata e con qualche sasso ma non certo difficile da percorrere per dei mezzi off road. Iniziamo quindi la nostra salita come sempre incantati dalla vista sulle valli e montagne circostanti e in poco meno di due ore raggiungiamo la punta del Colle dell’Assietta a 2472m. Scattate le foto di rito ripartiamo questa volta per raggiungere il monumento eretto per tutti i militari morti sul fronte durante la Seconda guerra mondiale e non solo, sono infatti ricordati anche coloro che presero parte alla famosa battaglia dell’assietta del 1747.

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Dopo aver passato qualche momento a contemplare la valle sottostante e il fantastico panorama che si mostrava davanti a noi ci siamo dati da fare per trovare un nuovo posto dove passare la notte e lo abbiamo trovato poco più avanti andando per qualche decina di metri fuori strada. Abbiamo così posizionato le nostre tende e le pandine nel bel mezzo del nulla: come al solito mike si è trasformato in cuoco mentre gli altri posizionavano tutto l’occorrente per passare la notte, prendendosi cura di un elemento fondamentale per la “sopravvivenza” notturna a quasi 2500m: il fuoco. Difatti non appena calato il sole dietro le montagne anche la temperatura è quasi colata a picco, andando a sfiorare gli zero gradi! Ciò ovviamente non ci ha fatto desistere nel passare qualche ora intorno al fuoco, godendo così dell’immensità della Via Lattea che si stagliava imponente sopra le nostre teste: uno spettacolo mai visto prima da tutti noi con così tanta chiarezza. Il cielo era limpidissimo, completamente privo di nuvole e in assenza di inquinamento luminoso la Via Lattea si mostrava in tutta la sua maestosità. Nonostante avessimo già passato delle notti all’aperto nel corso degli anni e in diverse parti del mondo, concordavamo che quello era uno spettacolo che non avevamo ancora visto e che difficilmente si sarebbe ripetuto viste le fortunate coincidenze atmosferiche.

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Dopo qualche ora passata fra discorsi di vario tipo sotto il cielo stellato, decidiamo di coricarci nelle nostre tende visto che la temperatura era decisamente fredda e la legna per il fuoco era ormai alla fine. Nonostante le nostre attrezzature invernali con sacchi a pelo e varie coperte dobbiamo ammettere che la notte è stata parecchio fredda e a dimostrazione di ciò, quando la mattina ci siamo svegliati abbiamo trovato una bella brinata e le pandine ricoperte di un sottile strato di ghiaccio! Con l’arrivo del sole però la temperatura si è di nuovo alzata e con il passare dei minuti il ghiaccio si è lentamente sciolto e anche i nostri corpi hanno iniziato a riscaldarsi.

Ricomposte tutte le nostre attrezzature, bevuto un bel caffè e certi di non aver lasciato tracce della nostra sosta, siamo ripartiti per concludere l’ultimo tratto di strada dell’assietta per poi puntare a Sestriere, la nostra tappa del giorno, dove avevamo prenotato un appartamento per poter così riposare un po meglio e soprattutto fare una bella doccia!

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Dopo gli ultimi chilometri percorsi con molta calma e usciti poi dalla strada dell’assietta proseguendo nuovamente su strada asfaltata, a metà pomeriggio siamo arrivati nella cittadina sede di molti sport invernali, ci siamo sistemati nell’appartamento e abbiamo passato un paio d’ore in giro. Distrutti per i quasi tre giorni e due notti passate all’aperto, poco dopo cena siamo crollati nei nostri letti, consapevoli che il giorno seguente avevamo davanti a noi diversi chilometri di strada essendoci prefissati di dormire l’ultima notte in un luogo non ben precisato immerso nei boschi della Liguria.

La mattina seguente, ben riposati, rimontiamo di nuovo in macchina puntando verso la liguria. Dopo quasi 8 ore di viaggio compresa una sosta pranzo nei pressi di Asti, giungiamo verso le 18 a destinazione.

La nostra ricerca tramite i satelliti di google maps ci ha portato dentro una radura sulle rive di un fiumiciattolo in mezzo al bosco ligure, con nostra sorpresa frequentato da qualche gruppetto di persone compresa una famiglia con due bambini che ci ha tenuto compagnia condividendo con noi la cena. Piazzate le nostre tende e salutato la graziosa famiglia abbiamo passato la serata in questo fantastico spiazzo naturale, completamente isolati, con la compagnia delle stelle e del lento scorrere del fiume. A differenza delle notti precedenti non era freddo e ci siamo concessi anche un bel bagno notturno assaporando quella sensazione di libertà che solo in queste occasioni si riesce a godere. Il contatto con la natura compresa di vegetazione ma anche degli animali che con i loro versi ci tenevano compagnia, ci hanno fatto passare un’altra meravigliosa notte che rimarrà indelebile nelle nostre teste.

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Il mattino seguente, ricaricati a dovere dall’aver dormito in mezzo al bosco, abbiamo riportato tutto alle macchine e ringraziando quel fantastico posto per averci accolto, siamo ripartiti verso casa. Ci siamo così goduti gli ultimi chilometri in compagnia delle nostre pandine che anche a questo giro hanno “retto il colpo” nonostante durante la vacanza avessimo affrontato diverse decine di chilometri di strada sterrata, con qualche momento di pazzia che non stiamo a specificare ma lasciamo alla vostra immaginazione.

Siamo giunti a Castelfranco verso le 20, distrutti ma completamente soddisfatti dei 5 giorni trascorsi insieme che, per tutto ciò che abbiamo fatto, sembravano fossero stati 10.

Ancora una volta siamo tornati consapevoli di aver affrontato una fantastica avventura, questa volta a differenza dell’anno precedente con un amico e una panda in più, con un mix di storie e avvenimenti che qui in questo blog non hanno trovato posto, un po' per non dilungarsi troppo e un po' perché certe cose sono fatte di emozioni indescrivibili che rimangono solamente dentro di noi, perché oltre a quello che abbiamo cercato di raccontarvi, ci sono una moltitudine di momenti comprendenti risate, battute e anche imprecazioni, ci sono poi una miriade di persone che ti danno solamente un buongiorno o altre che si sorprendono come quattro ragazzi viaggino per l’Italia con le vecchie pandine. Tutto ciò è indescrivibile ed è anche giusto che sia così.

Un abbraccio virtuale e ricordate il nostro motto: il mondo di oggi corre troppo veloce, forse con una Panda tutto rallenta e diventa più meraviglioso.